Margherita e Gerardo sono due campeggiatori che hanno applicato perfettamente il significato di lentezza, arrivati per qualche giorno di campeggio si sono trattenuti per settimane, e da loro è nata l’iniziativa della marcia della bellezza. Guidando un gruppo eterogeneo composto da altri campeggiatori, visitatori e membri della crew hanno battuto palmo a palmo la spiaggia dell’Another Beach recuperando i rifiuti abbandonati sul litorale. Prendersi cura di ciò che ti toglie il fiato e ti dona la pace è stato il leit motiv del serpentone che si è inerpicato tra le dune e la macchia sotto il sole cocente.
Il sabato sera non ha avuto i suoni assordanti e alienanti di una discoteca, ma quelli messi insieme dal piano e dalla voce di Giulia Catuogno che durante il suo concerto all’interno della pineta ha raccontato attimi e tensioni della vita delle persone, spesso nascosti e messi da parte per paura o per aridità, facendo rivolgere lo sguardo dei partecipanti dentro loro stessi e tirandone fuori la gioia e l’orgoglio per i propri momenti di nuda e indifesa umanità.
A rallentare i pomeriggi delle tante famiglie che hanno soggiornato durante la settimana sono state le evoluzioni di Beppe e Giulia; la cura, la calma e i movimenti compassati con cui cercavano l’equilibrio sul filo di una corda ha trasmesso ad adulti e bambini l’attenzione da dedicare alle piccole cose, ai dettagli, alla gentilezza.
Pranzi e cene sono stati l’occasione per conoscersi e dilungarsi tra jam session improvvisate a suon di tarantella tra i tavoli decorati da quelle pietanze che celano dietro i loro sapori mesi trascorsi a curare l’orto. La lentezza, aggettivo che incarna i profumi e ritmi del mediterraneo, non ha in verità quell’accezione negativa che i luoghi di lavoro oggi le hanno stampato addosso. Lentezza significa osservare un attimo in più le persone e l’ambiente che ti circonda e coglierne aspetti altrimenti fuori campo nella frenesia; è un battito di ciglia che mette a fuoco colori altrimenti perduti negli scatti di una retina fagocitata da monitor e cartelle.
La vita lenta è prendersi il tempo di aspettare la bellezza, senza affannarsi nella sua ricerca, ma coltivando nell’attesa quelle emozioni che formeranno con essa un legame per la vita, una moneta che non sarà possibile scambiare in nessun mercato.
(Foto di Gregorio Patanè)